Arte e luce a Caen: Scirpa

Di Annette Malochet

31 Ottobre 1982

Luce – colore – spazio: intorno a questi termini – elementi fondamentali – si svolge il “gioco” dei segni/luce che Scirpa fa muovere nella scultura collocata nella hall della Biblioteca Comunale della città normanna di Caen.
Segni/luce che formano geometrie elementari mediante tubi al neon colorati con colori primari: blu, giallo, rosso.
Comunicano all’osservatore un’ambiguità percettiva che, facendo leva sui tempi ed intervalli di percezione, resta tutta vincolata al “concetto” di spazio/luce. E’ quindi quanto mai inerente all’opera di Scirpa quell’immersione nello spazio reale di un’architettura del suo spazio “virtuale” che, da una parte ci riporta ad esperienze di timbro costruttivista (o avanguardistico anni venti) e dall’altra se ne affranca per tendere all’uso di strumenti elaborati di una più avanzata tecnologia che gli permettono di approfondire scientificamente il suo discorso. Trasformazione vertiginosa non solo di immagini ma dello spazio reale. E’ in questo senso che il linguaggio di Scirpa, dapprima artigianale, va ad addentrarsi nel campo della scienza della percezione nella esasperata ricerca di “costruire” un vuoto infinito per via di contenitori fisicamente consistenti, nei quali quei segni, quei colori, quelle luci, riflettendosi negli specchi perdono i loro limiti e divengono suggerimenti, illusioni di profondità.
E’ significativo, d’altra parte, che l’attenzione di Scirpa si fermi sugli elementi di certa architettura rinascimentale barocca per intrecciarvisi e trasformare il senso dell’infinito; vedi per es. l’intervento fotografico sull’immagine dell’interno della Basilica di San Pietro a Roma; vedi soprattutto i progetti – per ora solo fotomontaggi di interventi sulle architetture della città di Caen.
Les clochers de Martainville di fragile equilibrio potrebbero essere sostenuti dalla luce? La luce come materiale privilegiato dell’architettura normanna?
Parigi, 1982